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Cenni storici

L'inizio

Nel 1078, secondo la storia che è anche un po' leggenda, una nobildonna milanese, la Contessa Grassa, diede parte dei suoi terreni e dei diritti sugli alpi ai capriaschesi.

Voleva così farsi perdonare per il delitto compiuto dai suoi figli: avevano ucciso il prevosto della chiesa di santo Stefano a Tesserete.

 

Il leggendario sepolcro della Contessa si trova ancora accanto alla chiesa.

La Capriasca era allora ricoperta dai boschi, e qua e là spuntava qualche paese con al centro l'oratorio e attorno la campagna coltivata. C'era anche il nucleo di Sureggio con la sua chiesetta dove pochi anni dopo (nel XII secolo) vennero realizzati gli affreschi che ancor oggi si possono ammirare: uno rappresenta una città e porta la scritta "Mediolanum". Si tratta naturalmente della città di Milano, che molta influenza ebbe sulle Terre della Capriasca.

Poco lontano da Sureggio c'era un abitato chiamato Redde, ora scomparso.

 

Si trova dove adesso c'è il bosco di San Clemente e di Redde è rimasta solo la torre che dominava il paese e che serviva da fortificazione per una nobile famiglia comasca, i Rusca.

 

Questo significa che anche la città di Como ebbe periodi di dominio sul territorio.

Un documento molto importante per la storia della regione sono gli "Statuta et ordinamenta Comunis de Criviascha", del 1358. In questo vengono definite le regole che gli abitanti dovevano rispettare nei territori comuni (in particolare gli alpi e i monti). In effetti per tutto il medioevo e fino all'età moderna i paesi della pieve di Capriasca costituivano una comunità di valle, fondata sulla gestione dei beni comuni e unita attorno alla chiesa plebana.

Tra '500 e '700

L'arcivescovo della diocesi di Milano, Carlo Borromeo, nel Cinquecento percorse tutta la regione in visita pastorale, descrivendo le chiese e le abitudini della gente. Lo stesso san Carlo è spesso raffigurato sui dipinti che si trovano nei numerosi luoghi di culto. Ci sono ben 31 chiese ed oratori nella pieve di Capriasca! Tra questi anche il convento del Bigorio, fondato nel 1535 dai frati cappuccini che seguono la regola di san Francesco. Da qui la vista spazia sulle plaghe di Lugano e di Agno. Altro monumento artistico di notevole interesse è la Via Crucis di Bidogno, realizzata nel 1756.

Fino alla seconda guerra mondiale, in Capriasca la gente produceva quello che consumava.

 

I molti territori di montagna consentivano la pratica dell'alpeggio estivo e così varie attività erano legate alla produzione del formaggio. Purtroppo la terra non dava cibo a sufficienza e ci fu anche un grande movimento migratorio, legato soprattutto all'edilizia. I Capriaschesi si fecero conoscere in Svizzera interna e all'estero come muratori, pittori, fornaciai e gessatori.

Tra di loro il più famoso fu certamente l'architetto Luigi Canonica (1764-1844) attivo soprattutto a Milano, dove tra l'altro costruì l'Arena.
 
Altra emigrante di spicco fu la poetessa Alfonsina Storni, nata a Sala nel 1892 e presto emigrata in Argentina, dove morì nel 1938. Proprio Sala è un nucleo di particolare bellezza ed è stato inserito nell'Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere.
 
Questo borgo, con ogni probabilità, ha origini molto antiche e si dice che già i Longobardi, nel'alto medioevo, avessero avuto qui un presidio
Oggi

Nel 1803, al momento in cui il Ticino diventa cantone sovrano della Confederazione Svizzera, il territorio dell'attuale comune di Capriasca era suddiviso tra 10 comuni indipendenti: Bidogno, Cagiallo, Campestro, Corticiasca, Lopagno, Lugaggia, Roveredo, Sala, Tesserete, Vaglio.

 

Questi comuni si sono progressivamente aggregati fino a costituire il nuovo comune di Capriasca, nato nel 2008, con una popolazione di circa 6100 abitanti.

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