Saluto del comandante
I casi della vita hanno fatto si che sono subentrato a mio padre che dopo quaranta anni di appartenenza, di cui 25 da comandante ha lasciato la carica per raggiunti limiti di età.
Ho accettato il comando non per perseguire una tradizione famigliare o peggio per dimostrare superiorità nei confronti di chi mi ha preceduto. Gli obiettivi sono evidentemente diversi e le mie forze saranno dedicate ad assolvere in ogni momento i compiti cui sono chiamati i pompieri nel contesto della sicurezza della nostra popolazione, dagli incendi alle calamità naturali.
In questo senso voglio garantire la continuità dell’attività pompieristica locale nata nel lontano 1940, quando di fronte al rullare dei tamburi di guerra, anche a Tesserete e in Capriasca si era avvertita la necessità di dotarsi di una struttura pompieristica, temendo all’epoca un coinvolgimento nel conflitto mondiale, ciò che fortunatamente non si è avverato, anche se negli anni l’utilità di una presenza pompieristica in loco è stata più volte apprezzata.
Sono grato a chi mi ha formato e seguito in tutti questi anni e mi ha permesso di ottenere i brevetti necessari per assumere il comando del corpo.
La mia incorporazione risale al 1. gennaio 1991 e dopo aver frequentato corsi cantonali e federali, sono stato promosso a cariche di comando, assolvendo poi nel 2003 e 2005 il corso federale, requisito fissato nell’ordinamento vigente per assumere il comando con il grado di I tenente.
Il corpo pompieri di Capriasca è classificato quale corpo di categoria B, assoggettato in casi particolari nell’interventistica a quello di Lugano (centro di soccorso, categoria A). I nostri militi sono peraltro istruiti per la maggior parte degli eventi e la dotazione in materiale di ottima qualità, oltre all’ingaggio e all’organizzazione interna, ci permette di far fronte a tutte le esigenze, se ci eccettuano campi particolari, come gli inquinamenti gravi, gli incidenti della circolazione che richiedono l’intervento dell’apposito mezzo e il recupero di persone ferite in situazioni estreme e pericolose.
L’attuale organizzazione cantonale peraltro prevede una stretta collaborazione con il centro di soccorso, con la possibilità a dipendenza dell’evento di poter disporre di mezzi e militi di supporto.
Dalla mia incorporazione ho assistito ad un continuo miglioramento dei mezzi, dell’istruzione e della logistica, con la nuova caserma inserita nel complesso della protezione civile, sotto il campo di calcio. Evidenzio la dotazione di autobotti, del veicolo di primo intervento, di altri mezzi di spegnimento e di trasporto dei militi, gli apparecchi per la respirazione e l’assetto per i salvataggi.
Tutto questo ha richiesto negli anni il miglioramento e l’intensificazione dell’istruzione, con un maggior carico per i militi incorporati.
Credo peraltro che l’attività di pompiere sia stimolante, partendo dalla possibilità di contribuire concretamente ai bisogni locali, oltre che ad acquisire conoscenze specifiche in campi particolari; da non trascurare pure lo spirito di camerateria e di appartenenza che ci accumuna. In questi anni abbiamo assistito ad un cambiamento generazionale, con nuove forze che hanno il compito, come accennato, di confermare lo standard di chi ci ha preceduto e che a partire dagli anni ’70 – 80 aveva permesso al nostro corpo un salto di qualità.
Il tempo trascorre in fretta e già ora avvertiamo la necessità di nuove forze, anche in un ottica di assumere in futuro delle responsabilità di comando. Mi rivolgo quindi ai nostri giovani, potenziali militi e quadri del futuro.
E’ con questi intendi che in questi mesi si sta elaborando un progetto per la costituzione di un gruppo di mini pompieri. Le iscrizioni che abbiamo ricevuto sono incoraggianti.
Per ogni informazione supplementare sono a disposizione.
I ten Alioscia Landis