Il quartiere di Lopagno-Roveredo è composto da vari nuclei, una volta erano villaggi circondati dalla campagna con beni in comune: il lavatoio, il pozzo, a volte un piccolo oratorio.
Ora è difficile distinguere i singoli paesi, perché il territorio è punteggiato da molte case costruite di recente. I nuclei che formano il quartiere di Lopagno, tutti già menzionati nello “Stato delle anime” (un censimento fatto eseguire dal vescovo di Milano nel Cinquecento) sono: Ca’ del Bosco, Lopagno, Mièra, San Matteo (per la parte dell'ex Comune di Lopagno), Oggio e Treggia. Nel quartiere è stato inserito anche l’ex comune di Roveredo.
A Lopagno si trova l’oratorio di sant’Apollonia, che veniva implorata per guarire il mal di denti, la si vede infatti rappresentata con una pinza che stringe un dente. La costruzione è del 1735, probabilmente sullo stesso luogo dove esisteva un altro edificio sacro.
Sempre a Lopagno c’è villa Janua, già villa Ageno, con incantevole vista panoramica sulla baia di Lugano. Venne edificata nel 1912 in stile neogotico dall’architetto Ernesto Quadri. Ha ricche facciate decorate con elementi architettonici e all’interno locali dipinti con motivi ornamentali in stile rococò. Dal 1952 è diventata casa d’accoglienza per persone disabili, gestita dalla congregazione di don Luigi Orione. Dal 2008 è stata presa a carico dalla Fondazione San Gottardo.
Oggio, la cui prima menzione risale alla fine del 1500 e si trova su una vecchia cartina topografica, è un tipico villaggio capriaschese, con case a più piani costruite su ripido pendio, e così gli stretti vicoli sono collegati da diverse scalinate. Si poteva così circoscrivere lo spazio occupato dalle case e mantenere attorno al paese la campagna: terreno pianeggiante dove poter coltivare. A Oggio si trova l’oratorio di sant’Agata, edificato nel 1757.
Il nucleo di Ca’ del Bosco è menzionato già nel 1358, col nome “Buscho de Lopagno”; ha case esposte a Sud, una bella campagna e un imponente lavatoio coperto. Mièra è la frazione che si trova poco sotto la casa comunale di Lopagno¸ conserva un bel lavatoio nel quale ancor oggi c’è chi lava i panni a mano.
A Treggia, mimetizzato tra le case del nucleo, c’è l’oratorio di sant’Antonio da Padova, eretto nel 1752. Nella piazza sulla quale si affaccia l’oratorio ci sono belle case borghesi, in particolare la casa Mari è impreziosita da un portale con un architrave decorato con lo stemma di famiglia. Anche a Treggia c’è una casa che accoglie persone disabili: l’Istituto San Nicolao, nato nel 1968 e ispirato al pensiero antroposofico di Rudolf Steiner.
Roveredo è stato comune del Canton Ticino per quasi 200 anni: dal 1803 al 2001. Fu uno dei comuni con il territorio più piccolo: meno di un km². Il comune guarda a Sud, tanto che sembra di trovarsi su un balcone che sovrasta il lago di Lugano. La sua chiesa, dedicata a san Bernardo abate, reca sull’architrave del portale la data 1448. Lungo le stradine del paese si possono vedere ancora i resti del vecchio acquedotto comunale.
Il territorio del quartiere comprende anche un’importante zona di “monti”. Così vengono chiamate le case che una volta ospitavano le famiglie durante l’estate, nella fascia tra gli 800 e i 1000 metri di altitudine. Qui venivano portati al pascolo gli animali domestici e si faceva il fieno; praticamente era la residenza estiva dei capriaschesi. Molte sono le case singole, c’è però anche qualche piccolo nucleo; citiamo per esempio quello di Rogià, dove si trova anche una chiesetta.
Personaggi noti
A Roveredo ha vissuto per 4 anni il compositore Ernest Bloch (1880-1959), noto soprattutto per aver ripreso nella musica classica i temi fondamentali della musica ebraica. Il “ritiro” a Roveredo (dal 1930 al 1934) gli servì in particolare per comporre la sua opera più conosciuta: “Servizio sacro ebraico”. Di lui restano anche belle fotografie del paesaggio capriaschese.
Giuseppe Lepori, uno degli otto consiglieri federali ticinesi, è originario di Oggio, dove visse il papà Giovanni. Nato a Massagno nel 1902, fu deputato al Gran consiglio ticinese ed entrò in Consiglio di Stato nel 1940. Venne eletto in Consiglio federale nel 1954, diresse il Dipartimento delle poste e delle ferrovie. Dovette dimissionare per ragioni di salute nel 1959 e morì nel 1968.