Già nel 1400, Sala formava una vicinanza con il vicino nucleo di Bigorio. Il paese di Sala tuttavia, come potrebbe attestare il nome, era borgo murato in epoca longobarda, ed è con ogni probabilità il più vecchio insediamento della Capriasca.
Il paese guarda a ovest verso la valle del Vedeggio e a est verso la piana di Sala ed è collocato in una naturale posizione di controllo sulle terre circostanti. I paesi di “Albigorio” e “Salla” risultano, nel 1335, tra i comuni dipendenti dalla città di Como. La “ecclesia sancte marie, loco albigorio, in plebe creviasca” è citata in un libro del 1290.
Il villaggio di Sala Capriasca e il Convento di Bigorio sono stati inseriti nella lista degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale. Il colpo d’occhio sul nucleo di Sala con i tetti in coppi o tegole, che si può ammirare dal paese di Bigorio o dalla strada che porta al convento, è di rara bellezza e armonia.
Osservando con attenzione il paese di Sala, si possono riconoscere le caratteristiche del borgo murato. In particolare sul fronte est, quello che guarda verso Tesserete e i Denti della Vecchia, si possono vedere quelle che probabilmente erano le tre porte d’entrata del paese. È bello entrare, camminare sull’acciottolato, osservare spazi e volumi e scoprire le caratteristiche degli edifici.
La chiesa di sant’Antonio abate, che racchiude importanti opere d’arte, è parrocchiale dal 1933. Il campanile, con le quattro cuspidi, è simile a quelli di Ponte e di Tesserete. La mensa d’altare, consacrata nel 2012, è opera dell’architetto Guido Gendotti. A nord del paese, lungo la salita che porta al Bigorio, sta la chiesetta di santa Liberata, edificata nel 1729 incorporando una cappella quattrocentesca.
Tra la parrocchiale e il cimitero si trova la fontana di santa Lucia, realizzata nel 1770 da Carlo Martino Moncrini. Opera d’arte singolare, essenziale, richiama alla mente lo stile romanico, ma anche le sculture del lontano popolo Maya. Ricorda la precarietà della vita e in origine era posta in zona Verlino, lungo il sentiero che da Sala porta al convento.
Negli approfondimenti che seguono in coda due interessanti articoli inerenti la fontana.
A nord di Sala, lungo la strada dei ronchi, c’è il bel lavatoio di Favessa. Da qui parte la vecchia via in selciato che porta sulla pianura del fiume Vedeggio, dove c’era il mulino di Sala. Gli emigranti stagionali della Capriasca, in particolare muratori, la percorrevano per raggiungere la stazione di Taverne e prendere il treno che li portava a Nord delle Alpi.
Bigorio è un paese ameno, appoggiato sul pendio che guarda a sud verso il golfo di Agno. Il nucleo ha mantenuto le caratteristiche dei tipici villaggi capriaschesi, attorno sono sorti vari edifici di carattere più moderno. In paese c’è ancora il forno dove la popolazione cuoce la torta di pane il 14 febbraio, in occasione della festa di san Valentino, patrono del paese.
Da Bigorio un sentiero porta al Convento e l’ultimo tratto prima di raggiungerlo è stato costruito a mo’ di Via Crucis. Una via nella prima parte sopraelevata e ritmata da 14 cappelle che sono state risanate e ornate da vari artisti nel 1966, con la tecnica del graffito. Lungo questa strada la popolazione della Capriasca sale in processione tutti gli anni il giorno dell’Ascensione.
Il Convento di Santa Maria del Bigorio, edificato nel 1535, è la prima fondazione dei frati francescani cappuccini nelle terre svizzere. In un ambiente curato, dove l’arte sacra ha grande impatto e dove è stato realizzato un museo di oggetti religiosi, opera fra Roberto Pasotti, conosciuto artista. Il Convento offre possibilità di alloggio per corsi e giornate di formazione. L'interno dell'edificio è visitabile attraverso le visite virtuali.
I frati cappuccini, che seguono la regola di san Francesco, sono da sempre una presenza importante in Capriasca. Un tempo le strade della pieve erano percorse dal fra Cercott, il religioso che andava di casa in casa per la questua. Le famiglie gli offrivano i frutti della terra che servivano anche per preparare la scarpazza, una torta di verdure o il ratafià, un liquore con le noci.
Ancora in territorio di Sala, una mezz’ora di cammino dal Convento, sta l’incantevole monte di Condra: un fascio di case raggruppate in mezzo ai campi. Gli abitanti di Bigorio vi trascorrevano l’estate, salendo con gli animali che durante l’inverno tenevano al piano. Ancor oggi a Condra opera un’azienda agricola che mantiene vivo in Capriasca l’importante settore primario.
In questo monte di Condra, che gode di una vista e di una pace mirabili, le famiglie borghesi della vicina città di Lugano cominciarono, agli inizi del Novecento, a costruire case di vacanza. Alcune di queste case sono di notevole interesse architettonico. In particolare segnaliamo la Casa P.A.M., realizzata dall’architetto Mario Chiattone e ora di proprietà del comune di Capriasca.
Personaggi noti
Nel 1892 nasce a Sala Alfonsina Storni. A quattro anni emigra con la famiglia in Argentina dove ottiene il diploma di maestra. Sarà insegnante, attrice di teatro, ma soprattutto poetessa. È considerata una delle massime autrici della letteratura latinoamericana e conosciuta per il suo anticonformismo e per l’impegno a favore dell’emancipazione della donna.
Willy Leiser è nato a Bienne nel 1918. Fu artista con particolare predilezione per la pittura, la scultura e l’incisione. Trasferitosi in Ticino, nel 1943 sposò Teresa Giupponi, anch’essa affermatasi nel campo delle arti figurative. La coppia visse a Sala Capriasca, dove ancor oggi ha sede la fondazione Leiser Giupponi, intenta a perpetuare la memoria degli artisti.
Tommaso Lepori, Ingegnere (Modigliana 1785-1862)
Figlio di Stefano Lepori (1745-1837), originario di Sala Capriasca, muratore, emigrato a Modigliana nella Romagna Toscana dove sposa Domenica Maria Valgimigli con la quale ha sette figli che mantengono tutti la nazionalità svizzera.
Tommaso frequenta l'università di Bologna, dove ottiene a pieni voti il grado accademico di perito ingegnere l'11 giugno 1807.
E' noto per aver progettato e diretto le strade di collegamento tra le località della Romagna Toscana (le cosiddette Traverse). Si occupò tra l'altro della ristrutturazione dei principali edifici di Modigliana. Ottenne dal governo incarichi che andavano ben oltre le sue mansioni, quali la progettazione di strade nel territorio aretino, pisano e in Versilia.
Fronteggiò la grande alluvione del 1844 che colpì Borgo San Lorenzo e altre località del Mugello, a Pisa progettò l'ampliamento dle cimitero monumentale di Pietrasantina (1850), fu protagonista dell'evoluzione urbanistica di Modigliana nel periodo napoleonico.
Intelligente e attivo direttore di una rinomata filanda a vapore per la produzione della seta, ebbe anche un'intensa vita privata, con molti matrimoni.
Per chi volesse approfondire la vita di Tommaso Lepori, si consiglia la lettura del libro di Sabina Brandolini e Massimo Rossi, Tommaso Lepori - Vita e carriera di un ingegnere tra Romagna e Toscana, edito dall'Ass. Ex Novo di Modigliana e in vendita in cancelleria comunale a Tesserete.